“Siamo orgogliosi di aver ricevuto questo premio da Coop Italia grazie al progetto Cooperativa Femminile con i nostri partner produttivi Copacaju dello stato del Cearà in Brasile. La nostra attenzione alle attività sostenibili e alla partecipazione femminile nelle cooperative di produttori ci ha premiato ancora una volta”.
È la prima riflessione della nostra presidente, Antonella Santinelli, dopo il riconoscimento che la Cooperativa Chico Mendes ha ricevuto il 1° marzo a Milano da Coop Italia: il premio Close the Gap. Riduciamo le differenze riservato ai fornitori di prodotto a marchio Coop più virtuosi in tema di inclusione e parità di genere. Una campagna giunta al suo terzo anno e lanciata da Coop forte anche dei risultati ottenuti al suo interno, dove la quota femminile dei dipendenti ha superato il 70% ed è cresciuta la percentuale delle donne presenti in ruoli direttivi (34,7%) e nei Cda delle cooperative (41,5%).
Inclusione e uguaglianza di genere non sono concetti astratti nemmeno per noi, ma una realtà messa in pratica ogni giorno, anche all’interno della nostra stessa cooperativa in Italia, dove su 7 componenti, 5 sono donne. Una partecipazione e valorizzazione del ruolo femminile che abbiamo quindi voluto incentivare in questi anni anche all’interno delle cooperative con cui lavoriamo in Brasile e non solo.
Dal 2018 infatti, il progetto candidato al premio di quest’anno insieme ad altre sessanta autocandidature di realtà imprenditoriali diverse, prevedeva il cofinanziamento di formazione, assistenza tecnica e di piccoli progetti di sviluppo, con la finalità di incrementare l’inclusione, la partecipazione e la formazione delle donne, la qualità del lavoro e la riduzione del divario tra generi. In particolare l’attenzione si è rivolta appunto alla cooperativa produttrice di anacardi Copacaju, che ha visto dal 2021 aumentare le donne nella sua direttiva e tra il personale tecnico, oltre che la realizzazione di vari progetti in beneficio di attività svolte da donne, la sensibilizzazione e la formazione nelle comunità agricole per il riconoscimento e la lotta alla violenza di genere e molte altre attività mirate alla valorizzazione del ruolo professionale ed economico delle donne dentro le comunità produttrici di anacardi per l’esportazione in Italia.
Dati e risultati raggiunti grazie al progetto:
La percentuale di donne nella direttiva di Copacaju è passata dal 25% al 50%: erano 1 su 4 e ora sono 2 su 4. Il personale tecnico è al 66% composto da donne, di cui una coinvolta nelle certificazioni Fairtrade e una impegnata nella gestione dei progetti in generale, delle formazioni e delle questioni legate alle etichettature dei prodotti (2 donne su 3 tecnici in totale).
Anche nelle cooperative affiliate a Copacaju il personale femminile delle direttive è passato in media dal 25% al 50%, vedendo così raddoppiare nell’arco di due anni la percentuale in queste posizioni.
Infine, Copacaju ha realizzato quattro iniziative legate alla formazione professionale delle donne nelle comunità rurali in tecniche di trasformazione di alimenti, orticoltura, allevamento di animali da cortile per un totale di 200 partecipanti. Attività che hanno permesso la creazione di un ristorante e di una panetteria di comunità gestite interamente da donne. L’acquisto dei prodotti proviene infine da associazioni di donne locali (quindi a KM 0), produttrici di ortaggi e di animali da cortile, sempre gestiti da donne che si sono formate grazie al progetto.
Un circolo virtuoso dunque, che ci auguriamo sia destinato ad ampliarsi sempre di più, in grado di “contagiare” persone e realtà locali, favorendo un sentimento di appartenenza alla società e l’orgoglio di provenire da un mondo rurale spesso visto come marginale e poco evoluto, e che al contrario è stato in grado di produrre benessere per i soci e le famiglie delle comunità di origine.
“La vocazione a fare progetti di sviluppo sostenibile con i produttori nostri partner è nel nostro DNA – ha commentato Valeria Bigliazzi, responsabile progetti della nostra cooperativa – lo abbiamo fatto nell’Amazzonia boliviana con le noci dell’Amazzonia, in Brasile con l’anacardio, in Cile con l’uva e le noci. Questo ha creato un legame speciale con i produttori, che va oltre l’attività puramente commerciale; conosciamo bene le loro difficoltà e insieme tentiamo di superarle, con enorme soddisfazione in tanti casi, compresa questa importante vittoria”.